j
 

 

 


Maggiora, 15-16 ottobre 2011

  Finalecampionato italiano autocross



 

I commenti del Forum


Giornata conclusiva al Pragiarolo, sempre in condizioni strepitose dentro e fuori la pista, che ha ospitato per la prima volta una prova di Campionato Italiano Aurocross con entrambi i salti, dopo le performance dei migliori specialisti europei.
Al via il solito nutritissimo elenco iscritti, nonostante l’assenza di alcuni nomi solitamente abitudinari di Maggiora, sopperiti dalla presenza di una discreta pattuglia francese nelle varie divisioni a ruote scoperte.

La giornata limpida (ma sicuramente non calda) ha garantito anche un’ottima affluenza di pubblico.
Ecco il racconto di giornata per coloro che non han potuto esserci:


DIVISIONE 1A

In manche 1 partenza fulminante di Agrelli, che dopo la pole agile del sabato mette subito in mostra tutte le proprie potenzialità, infliggendo un distacco abissale già dopo un giro, sfruttando le perfette prestazioni della sua Saxo, guidata alla perfezione sul viscido della mattina.
Ottima partenza per Savoini, che prende un buona passo inseguito da molto vicino da Dalfino, mentre più staccati viaggiano in coppia anche Valsesia e Cerri, al debutto in questa divisione su quella che sembra essere la vettura che ha portato Ruga alla conquista dei titoli italiani 2008, 2009 e 2010; Perazzo insegue il gruppo da molto lontano.

Savoini tiene a tal punto da permette proprio a Valsesia e Cerri di ricompattarsi e formare un quartetto che battaglia fino alla fine, e in cui la spuntano Delfino, che riesce a passare Savoini, e Cerri, che presa più confidenza col mezzo riesce a risalire fino alla terza posizione, completando il tris di Saxo che vede Agrelli vincere con quasi 20 secondi di vantaggio.

In manche 2 si ripete il copione in partenza, con Agrelli realmente incontenibile e mai impensierito da nessun altro avversario, sin dai primi metri; stazionando a bordo pista nella zona del salto, appare subito evidente però che Agrelli non sembra curarsi molto del vantaggio più che rassicurante che potrebbe gestire, bensì continua a guidare ai limiti della pista, inanellando una serie di entrate in curva 1 e curva 2 con l’anteriore interna a non più di 2cm dal cordolo, tanto da rendere palese a tutto il pubblico quando stesse andando vicino al ribaltarsi… cosa che purtroppo per lui è avvenuta nel giro di una tornata, quando all’ennesima entrata al limite in curva 1, la vettura centra in pieno il cordolo con l’anteriore destra, innescando un pesante cappottamento del tutto gratuito, e completamente insensato dal punto di vista della gestione tattica della gara, soprattutto ai fini della classifica assoluta di campionato.
Strada libera quindi per Delfino, che va a vincere davanti a Cerri poco staccato, mentre arrancano più distanti Savoini, Perazzo e Valsesia.

Dopo la pausa pranzo, la griglia di partenza di manche 3 vede incredibilmente schierato anche Agrelli, ma subito dopo i primi metri dalla partenza sono evidenti i danni lasciati dall’incidente del mattino: Delfino scatta benissimo e guadagna la testa del gruppo, seguito a stretto contatto da Cerri; le due Saxo scappano subito staccando Savoini, Valsesia e Perazzo che non ne hanno proprio per star dietro alla coppia di testa, mentre Agrelli si accoda già dopo curva 1, per poi parcheggiare qualche centinaio di metri dopo.
Intanto Delfino e Cerri viaggiano sempre muso contro coda, con Cerri sempre più a suo agio sulla propria vettura, tanto da infilare con un bellissimo incrocio in curva 1 Delfino, andando così a vincere così una manche alla gara d’esordio.

In finale l’occasione da cogliere al volo a Savoini, che in virtù del suo secondo posto in campionato, potrebbe approfittare dell’assenza di Agrelli (definitivamente ritirato) per balzare in testa alla classifica.

Alla partenza Cerri riprende da dove aveva lasciato, superando per primo curva 1 seguito da Delfino e Valsesia e Savoini, mentre Perazzo riamane piantato in partenza, scattando con discreto ritardo.
Subito problemi per Savoini però, che viene ripreso da Perazzo, il quale a sua volta riesce a ricucire su Valsesia, la cui vettura soffre di problemi al motore ormai cronici durati tutta la domenica.
Le posizioni variano ancora quando Perazzo si pianta per problemi dopo curva 1, dando strada libero a Savoini che si rimette in caccia di Valsesia. Il gruppetto di inseguitori si ricompatta, con Savoini che non riesce a fruttare la miglior condizione di vettura rispetto a Valsesia, mentre Perazzo riesce a superare entrambi e involarsi verso il terzo gradino del podio.
Intanto davanti Cerri, che era riuscito a scappare nei primi giri, deve cominciare a guardarsi le spalle dal ritorno da metà gara in poi di Delfino, costantemente più veloce negli ultimi giri, ma non abbastanza da avvicinarsi a tal punto da poter tentare un attacco su Cerri che va così a tagliare il traguardo per primo, vincendo meritatamente la gara del suo esordio in Divisione 1A.

Nonostante il ribaltamento mattutino, Agrelli riesce ugualmente a mantenere la leadership del campionato, vincendolo.


DIVISIONE 1

Bel gruppo di vettura in partenza di manche 1 dove, nonostante la pole di Chiozzini, Ottoboni sfrutta la sua abbondantissima cavalleria mettendosi davanti al treno di sette vetture, che viaggia in fila compatta per il primo giro e mezzo, quando in testa si stacca un terzetto molto agguerrito e vicinissimo: un terzetto guidato da Ottoboni su Chiozzini minacciosissimo e aggressivo, seguito a sua volta da Serini, che riesce finalmente a ‘farla girare’, tenendo un passo decisamente interessante.
Più in dietro, Nebiolo riesce a tenere a bada due vetture sulla carte più performanti, cioè la Punto di Amatori e soprattutto la Fiesta di Zuliani; più indietro, in una sorta di gara a parte, c’è un’altra Fiesta che saggia il Pragiarolo e cioè quella del tanto atteso ritorno di uno dei senatori di categoria, ovvero Gimi Busato, al debutto con la nuova belva che soffre ovvie noie di gioventù e che ha bisogno di macinare km per trovare l’equilibrio vettura-pilota, che una volta trovato riporterà Gimi là dove aveva lasciato con la gloriosa Alfa 145, e cioè la lotta per la vittoria.
Intanto davanti il terzetto non si sgrana, ma Chiozzini si fa sempre più minaccioso, mettendo in mostra la proverbiale guida già espressa ai tempi della Ritmo, tanto da riuscire a sopravanzare Ottoboni e prendere subito un largo margine di vantaggio.
La lotta per la seconda posizione rimane aperta, con Ottoboni che deve difendersi da Serini, sino a quando un problema di inserimento di marcia in curva 1 costringe il Folletto a rallentare e perdere così contatto.
Dietro intanto Nebiolo deve cedere ad Amatori, lottando strenuamente con Zuliani che lo pressa da vicino, fino a passarlo e precederlo di un soffio al traguardo.
Quindi vittoria di autorità di Chiozzini, che precede Ottoboni, Serini, Amatori, Zuliani, Nebiolo e Busato a fondo gruppo.

Partenza fotocopia in manche 2, con Ottoboni subito in testa seguito dall’agguerrita coppia Chizzini Serini.
La musica sembra però subito diversa, dato che la resistenza di Ottoboni è ben meno tenace rispetto a quella di manche 1, tant’è che non solo Chiozzini, superlativo, riesce a prendere subito la testa della corsa, ma anche Serini, nuovamente convincente, passa agilmente la Mitsu rosso blu.
Chiozzini saluta la compagnia pennellando le curve e spremendo la sua Punto al limite, tanto da creare il vuoto tra sé e Serini che non molla comunque un ottimo passo; anche Zuliani con pista libera riesce a tenere il passo degli inseguitori, seguito da Amatori, riuscendo anch’esso a passare Ottoboni, i cui problemi si palesano al terzo giro, quando è costretto al ritiro, così come Nebiolo, mentre Busato segue a fondo gruppo.
Non succede più niente nulla fino al traguardo, con Chiozzini straprimo su Serini, Zuliani e via via tutti gli altri.

Manche 3 più sguarnita, con Chiozzini già sicuro della pole dopo le vittorie del mattino, e Nebiolo al lavoro in vista della finale, dopo la defezione di manche 2, mentre Busato è costretto al definitivo forfait causa noie meccaniche di gioventù troppo importanti da permettergli di partire.
Questa volta è Zuliani a sfruttare la cavalleria della vettura, presentandosi primo alla staccata e comandando un trenino compattissimo che percorre il primo giro davvero a strettissimo contatto; ma nello spazio di poche tornate solo Amatori riesce a tenere il passo di Zuliani, con Serini terzo, ma più distante delle manche del mattino, e Ottoboni in coda ancora alle prese con evidenti problemi alla vettura.
La manche viaggia sui binari, regalando a Zuliani la prima vittoria (se pur di manche) a Maggiora, seguito da Amatori, Serini e Ottoboni.

Torna al completo la griglia della finale, con la sola defezione di Busato (il quale oltre ad esibire una dedica sul cofano, si presenta da Ostorero in torretta per commemorare ancora una volta il grande uomo e pilota Illide Romagna).
Allo spegnersi del semaforo scatta ancora una volta forte Zuliani, mentre il poleman Chiozzini non riesce a difendere la posizione, superato in partenza anche da Ottoboni e Serini, che si defila sull’esterno, impostando una traiettoria esterna tanto audace quanto controproducente, tanto da doversi accodare dietro a tutto il treno, col solo Nebiolo a inseguire, seppur a distanza causa non perfette condizioni della vettura.
Davanti la leadership di Zuliani dura poco, poiché arriva con troppo sottosterzo al tornante centrale lasciando una porta spalancata all’interno, tanto da permettere il sorpasso non solo a Ottoboni, ma anche a Chiozzini, che inizia subito a insidiare la prima posizione.
Intanto Serini, la cui gara si compromette definitivamente dopo un testacoda al tornante centrale, si ritira a fine del secondo giro, un istante prima dell’attacco di Chiozzini su Ottoboni, sopravanzato grazie un incrocio di linee vincente, figlio anche dei problemi che ancora la vettura di Ottoboni accusa.
Da qui alla fine accade molto poco, con Chiozzini che scappa regalando spettacolo sino alla vittoria, seguito da Ottoboni che non riesce mai a scrollarsi definitivamente di dosso la pressione di Zuliani, che sale sul podio davanti a Nebiolo, quarto in virtù del ritiro di Amatori.

Il risultato viene però stravolto dalla squalifica di Chiozzini, decretando quindi il podio Ottoboni, Zuliani, Nebiolo e quarto Amatori, che in virtù di questi punti si assicura il titolo di campione italiano in divisione 1 per la seconda volta dopo il 2008.


DIVISIONE 3A

Divisione nutrita e come sempre agguerrita, con l’aggiunta di due francesi dotati di due tra i mezzi al top in Europa, in particolare Planche, alla guida del prototipo fresco vincitore del titolo europeo tra le mani di Dufour


In manche 1-A scatta velocissimo Ingrami, che occupa immediatamente la traiettoria di curva 1 in spazzolata, costringendo E. Ruzzante e Immovilli ad accodarsi, che subito creano un terzetto agguerritissimo, seguito a breve distanza dal sempre più convincente Conforto Galli.
La fuga di Ingrami termina presto, dovendo cederei il passo per problemi e lasciando a Ruzzante la possibilità di scappare, cosa che non avviene poiché inseguito da vicinissimo da Immovilli, che a sua volta approfitta di un incertezza di Ruzzante per passare in testa, mentre Conforto Galli regge benissimo il passo e finisce secondo.
Intanto alle loro spalle accesissima battaglia per il terzo posto tra Bianchi e Zibarelli, poi Ruzzante e Ingrami che riescono a non terminare ultimi, precedendo Andeliero.

In manche 1-B è il francese Gargot-Branche a scattare in testa, insidiato da vicinissimo da M. Ruzzante che ci mette poco a sbarazzarsene, prendere il comando e tentare la fuga, mentre in terza posizione stenta a prendere il ritmo Alessio Gallotta nel primo giro.
È però solo un illusione per i due di testa, poiché Gallotta prima passa il francese, e poi recupera prepotentemente su Ruzzante, che passa ma con cui deve battersi fino alla bandiera a scacchi con arrivo in volata.
Intanto nelle retrovie bella lotta tra i gialli, ovvero Beani e Planche, con quest’ultimo che non riesce a sfruttare il mezzo che guida, lottando parecchio prima di riuscire a conquistare la quarta posizione.
Problemoni a fondo gruppo per Noto, lo svizzero Baumgartner e Giliberti.

Manche 2-A tiratissima, con Gallotta che riesce e a prendere la testa, che si rivela fondamentale poiché seguito come un ombra dal forte francese Gargot-Branche, seguito a sua volta da M. Ruzzante che riesce a domare in partenza il fortissimo mezzo di Planche, presentatosi più avanti alla prima staccata.
I primi tre si staccano subito, con Gallotta a imprimere un ritmo forsennato, seguito dalla coppia Gargot-Branche e Ruzzante, che insidia il francese per tutta la gara, sino a passarlo e strappargli la seconda posizione, mentre nelle retrovie Planche non riesce proprio a prendere il ritmo che il mezzo gli permetterebbe. Gara anonima per Baumgartner, mentre continuano i problemi per Noto, Giliberti e soprattutto Beani che si ritira al primo giro.
Altra vittoria prepotente di Gallotta, su Ruzzante e Gargot-Branche.

Scatto vincente per Immovilli in manche 2-B, seguito dalla coppia E. Ruzzante e Conforto Galli a contatto dopo la prima curva, contatto del quale fa le spese Bianchi subito in testacoda dopo una bella partenza.
Importantissima partenza anche per Ingrami, che dal fondo dello schieramento deve subito cercare punti dopo la defaiance di manche 1, rimanendo però accodato a Zibarelli e Andeliero.
Per Immovilli e Ruzzante è un’altra gara in coppia solitaria, con Pink Panter in grande spolvero per tenere a bada l’arrembante Ruzzante, mentre da dietro rinviene fortissimo Ingrami, che dopo la partenza in ultima fila è già terzo.
Intanto dietro rincorsa grintosissima di Bianchi, che riacciuffa Andeliero e Zibarelli, dando vita ad un duello a tre per la conquista del quarto posto.
Vince Immovilli davanti a Ruzzante e Ingrammi, e Andeliero riesce a spuntarla sulla lotta a tre, seguito da Bianchi che passa Zibarelli; ritirato Conforto Galli, dopo la bella partenza che l’avrebbe visto protagonista di manche.

Partenza nuovamente bruciante per Immovilli in mache 3-A, che ha la meglio su Ingrami, autore di un spettacolare prima curva tutta sull’esterno, riuscendo a strappare la seconda posizione a Bianchi, ancora una volta partito benissimo, e coriaceo nel tenere giù il piede in curva due, mantenendo la sua terza posizione su E. Ruzzante. I due combattono per tutta la manche, fino al momento in cui Ruzzante infila Binachi in curva 1, passandolo sul primo salto.
La gara non ha più storia, con Immovilli nuovamente vittorioso su Ingrami che risale la classifica, Ruzzante, Bianchi e il gruppo sempre ai ferri corti Beani, Zibarelli e Andeliero afflitto purtroppo da problemi al mezzo.

L’ultima manche, la manche 3-B è orfana di Gallotta e M. Ruzzante, evidentemente soddisfatti dalle prestazioni del mattino, e vede Confortogalli a battagliare con un truppa di stranieri: alla partenza ci sono infatti due francesi, uno svizzero e due italiani, ma con Noto decisamente sottotono.
La partenza è turbolenta, in virtù della guida imprecisa di Planche, che eccede prima del salto e rientra accodato al connazionale Gargot-Branche che scappa, staccando Conforto Galli secondo.
La gara si articola principalmente sul duello tra Conforot Galli e Planche, aggressivo e mai domo, ma domato brillantemente dall’italiano, che conquista una preziosissima seconda posizione, alle spalle dell’altro e più forte francese Gargot-Branche.

Partenza da brividi quella che ci si aspetta, dato che si tratta di uno dei rari casi in cui i migliori piloti italiani di specialità giungono in finale senza la defezione di qualche pretendente alla vittoria, con l’aggiunta di due francesi combattivi, uno dei quali molto competitivo.
I risultati non tardano a manifestarsi: dopo pochissimi metri dallo scattare della finale allo spegnimento dei semafori, viene esposta la bandiera rossa per una falsa partenza; bandiera che viene immediatamente vista dai primi del gruppo che alzano il piede, mentre i piloti partiti dalle retrovie non si accorgono di nulla e non ci pensano minimamente a mollare.
Purtroppo per Conforto Galli, lui è uno di quelli che stava rincorrendo, e al momento della bandiera rossa si è trovato addosso ai piloti che lo precedevano, con conseguente e pericoloso decollo dell’anteriore destra, che schizza sulla pista, proprio in direzione della curva 1, dove rimbalza nel momento preciso in cui il gruppo si sta avventando sulla curva.
A farne le spese è stato lo sfortunato Massimo Ruzzante, che si trova una ruota piovere dal cielo sulla sua anteriore destra, che a sua volta si danneggia irrimediabilmente.
Per Conforto Galli la sfortuna è doppia, poiché piazzato benissimo in classifica di campionato prima di questa finale, e quindi pretendente al titolo.
Si riparte con due piloti in meno, e questa volta è il francese Gargot-Branche a confermare la sua forza, precedendo la pattuglia di italiani che si gettano in una furibonda caccia; ma è l’altro francese quello su cui si concentra l’attenzione, dato che è bloccato al centro della curva 1 col proto aggrappato a quello di Biachi.
La direzione gara attende prima di ridare bandiera rossa, attendendo un eventuale sbrogliamento del groviglio, ma Planche decide di accelerare brutalmente addosso al proto Alma Speed di Biachi, peggiorando la situazione e incastrandosi definitivamente. Risultato: altra bandiera rossa, ma fortunatamente senza ‘vittime’ dal groviglio, nonostante la vettura di Bianchi ne esca malconcia.
Terza partenza con i quattro italiani di testa che riscattano la precedente, presentandosi col coltello fra i denti alla prima staccata, nella quale si avventano per uscirne con Gallotta in testa sull’altro dominatore di giornata, Immovilli, a sua volta seguito a pochi cm da Ingrami e Ruzzante.
Dietro di loro, il francese Gargot-Branche a inseguire, aprendo il secondo gruppo battagliero, ma è sui primi quattro che si concentra l’attenzione: il livello è altissimo e livellato a tal punto che si crea una stupenda danza a suon di pennellate tra le curve del Pragiarolo.
Nessuno cede né guadagna, sono tutti abbastanza vicini per tentare un attacco in qualsiasi punto della pista, dovendo quindi studiare l’avversario che precede, e contemporaneamente controllare gli specchietti.
È Ingrami il primo a tentare il sorpasso, presentandosi quasi affiancato a Immovilli alla staccata della curva 1, me proprio impostando una curva più fulminea si ritrova contro la posteriore sinistra Immovilli, venendo ‘sbattuto’ verso l’esterno; il tempo perso è pochissimo, pochi metri, ma apre una porta all’interno in cui Ruzzante non deve fare altro che infilarsi, strappando la terza posizione.
Intanto Bianchi e Planche continuano la loro personale battaglia a suon di sportellate, con l’italiano che deve però arrendersi a fronte di danni troppo gravi. Il gruppo d’inseguitori diventa quindi Planche, Baumgartner, Beani e Noto, che procede però a ritmo bassissimo.
Il quattro piloti di testa continuano la danza, facendosi sempre più aggressivi con l’avvicinarsi della conclusione, e il più convincente pare essere Immovilli, che si fa sempre più vicino durante il penultimo giro, fiondandosi velocissimo in uscita dall’ultimo tornante tanto da quasi affiancare Gallotta in rettilineo.
Il capolavoro avviene in staccata, che Immovilli ritarda al limite possibile, infilandosi all’interno di Gallotta in modo pulitissimo e inaspettato a tal punto da non permettere a Gallotta nemmeno di tentare un incrocio di linee.
L’ultimo giro è un susseguirsi di tentativi di Gallotta di riconquistare la prima posizione, lasciando quindi molto spazio agli attacchi di Ruzzante che però non riesce a passare.
Immovilli chiude quindi la serie di vittorie di giornata vincendo la finale, davanti a Gallotta, Ruzzante, Ingrami, il forte Gargot-Branche e via via tutti gli altri.
Una delle finali più belle di sempre in questa divisione a Maggiora.

In virtù della seconda posizione, Gallotta conquista l’ennesimo titolo italiano, il quarto consecutivo se non erro.


DIVISIONE 3

Anche in questa divisione è massiccia la presenza di francesi, ma di livello decisamente più basso rispetto ai due connazionali della divisione 3A, soprattutto per quanto riguarda i mezzi.

La manche 1-A vede il dominio di Alex Gallotta, decisamente indisturbato nell’andare a vincere la manche.
I due anni passati sui campi di gara più duri d’Europa ad affinare guida e mezzo, hanno portato ad un livello incontrastabile, dimostrato da una passo di gara allucinante.
Nonostante ciò, il campione italiano Casarin scatta molto forte, e insidia da vicino la prima posizione di Gallotta, prima che questo s’involi in solitaria.
Alle loro spalle ottima prestazione di Montagna, all’esordio sull’F&S dell’Alma Speed, battagliando per molti giri col sempre spettacolare consoli, prima che questo sia costretto al ritiro.
Alle loro spalle, lenta e velleitaria passerella di francesi e di Grisi, il quale poco può a fronte dei problemi al motore del proto Hosek su cui esordisce e che ne pregiudicano la gara.

La finale 1-B vede presentarsi alla staccata tre pesi massimi della divisione, cioè Chiggiato, che prende la testa, seguito da Mucci e Lonardi, mentre alle loro spalle uno dei grandi vecchi, Romanisio.
Lonardi dimostra subito di essere come sempre in vena, e si esibisce in spazzolate clamorose in caccia di Mucci prima e Chiggiato poi, che passa in scioltezza per andare a vincere a suon di pendoli.

La manche 2-A vede Gallotta imporre nuovamente un ritmo inarrivabile, tenendosi lontano dalle lotte che invece infuriano alle sue spalle: Chiggiato precede Mucci, che non riesce ad avvicinarsi troppo minacciosamente, e soprattutto Romanisio si trova ad esibire un tappo clamoroso nei confronti di Consoli, che scalpita alle sue spalle, ma non riesce proprio a trovare nemmeno un varco per mettere le sue ruote davanti a quelle dell’esperto Livio.
Quando le posizioni di testa sembrano essere ormai congelato, purtroppo Chiggiato è costretto a rallentare e poi fermarsi per guai al motore, lasciando strada libera a Mucci che sale in seconda, e Romanisio che ancora doma Consoli, che reduce dalla sfortunata manche 1, avrebbe un gran bisogno di punti.
All’ultimo giro si presenta l’occasione giusta per passare in terza posizione, ma un contatto al tornante centrale fa finire Conosoli in testacoda, che deve beffardamente concludere lì la sua gara, perdendo non solo la potenziale terza posizione, ma finendo addirittura settimo, preceduto dai francesi e da Grisi.

Partenza tranquilla in manche 2-B, con Casarin che prende la testa, ma che deve cedere quasi subito ad all’incontenibile Lonardi, scatenato, e lanciato verso una vittoria solitaria.
Dietro ottima partenza di Montagna, che prima regola il francese Chapel e poi si mette in caccia di Casarin, ma proprio un contatto con quest’ultimo innesca una carambola da quale Montagna riparte quasi subito, cedendo la posizione solo al francese, mentre Casarin riparte quarto.
Finisce dunque con Lonardi indisturbato vincitore su Chapel, Montagna, Casarin e Barsiola, decisamente in difficoltà.

Ottima partenza in manche 3-A di Mucci, che non solo prende la testa della manche, ma conferma anche il deficit in partenza accusato da Lonardi, che si trova sempre dietro dopo la prima staccata. Seguono Montagna, i francesi, Grisi e Chiggiato che deve recuperare dopo il ritiro in manche 2.
Nonostante la partenza ad inseguire, Lonardi non smentisce le attese e prende facilmente la testa della manche, con Mucci ora a doversi guardare anche dal sempre più confidente Montagna.
Nella lotta tra mezzi gemelli la spunta proprio Montagna, che conquista un’ottima seconda posizione, mentre non trova troppa rimonta Chiggiato.

Gallotta non diserta manche 3-B, e anzi ricomincia sin dalla partenza a imporre la sua legge, seguito da Casarin che non molla, e Romanisio che subito pronti via si ritrova nuovamente alle costole Consoli.
Questa volta il grintoso pilota laziale rompe subito gli indugi, andando già al tornante centrale nel primo giro all’attacco, e proprio mentre il sorpasso è ormai avvenuto, è il cerchione dell’anteriore ad abbandonarlo, staccandosi di netto e lasciando Consoli su tre ruote. Davvero una domenica di sfortuna per lui. La gara non ha più niente da dire, con gli italiani davanti e i francesi di rincalzo a lottare fra loro.

La partenza della finale regala uno schieramento completo e combattivo, col solito Gallotta a impostare per primo la staccata e prendere subito il comando, seguito però da Casarin, e non dall’altro dominatore di giornata, ovvero Lonardi, che deve invece inseguire.
Dietro di loro Mucci, che dopo le belle manche centra una bella partenza dalla seconda fila, e Romanisio, subito braccato da Chiggiato strepitoso in partenza dall’ultima fila, ma a sua volta nel mirino di Montagna che però va subito in testa coda a metà del primo giro, per poi ritirarsi.
A chiudere il gruppo i francesi, Grisi e Barsiola; Gallotta inizia subito a martellare tempi pesanti, ma la vera lotta è tra Romanisio e Chiggiato, il quale riesce a passare in quinta posizione grazie ad un bel sorpasso di forza in curva 1, dopo il quale si mette in caccia di Mucci poco più avanti.
Intanto Lonardi inizia a prendere le misure a Casarin, avvicinandosi molto, ma risentendo di un problema forse dovuto ad un atterraggio troppo duro; il proto a scacchi sembra rallentare e perdere ritmo, mentre la lotta Mucci-Chiggiato si fa serrata.
Le posizioni si sgranano sempre di più a metà gara, sotto i colpi inferti da Gallotta che martella sempre di più, mentre dietro Lonardi torna a farsi minaccioso negli specchietti di Casarin, provandoci ad ogni curva, e creandosi di forza lo spazio per passare all’altezza del bar, agguantando la seconda posizione.
Classifica invariata fino al traguardo, tagliato per primo da un’incontenibile e dilagante Gallotta che vince su Lonardi, sempre spettacoloso, un Casarin consistente e Mucci che riesce strenuamente a difendersi dagli attacchi di Chiggiato. A seguire Chapel, Romanisio e via vai tutti gli altri.

La vittoria decreta Alex Gallotta campione italiano in divisione 3.


KARTCROSS

Come sempre kartcross a ranghi completi, grazie anche alla massiccia presenza come sempre di francesi, con gare talmente affollate da non permette quasi di seguire tutto ciò che accade.

Manche 1-A con Firenze subito primo a involarsi come da pronostico, seguito dal kartcross gemello di Berto. Segue la pattuglia di francesi che approfittano della carambola in partenza che spezza in due tronconi il gruppo; carambola della quale fa le spese Erbetta, che battezza il nuovo mezzo con una ruotata di marchio transalpino.

E transalpino è il marchio anche della manche 1-B, ma questa volta in positivo, con l’onnipresente Lambert partito e arrivato in testa, seguito da vicinissimo da Vigliarolo, apparso subito in giornata.

In manche 2-A si ripete il copione, con Lambert in fuga sin dai primi metri e Vigliarolo che segue da vicinissimo. Anche Sternieri parte bene, terzo, ma la lotta è tutta davanti con ‘the Old Fox’ a sfoderare un sorpasso spettacolare che lo proietta al comando, dove resta sino alla vittoria su Lambert, e come detto Sterneiri, che inzia a farsi più concreto migliorando la posizione rispetto alla prima manche.

In manche 2-B è un altro monologo di Firenze, che saluta la compagnia, capitanata dal francese Da Silva, che dopo una prima manche d’ambientamento, inizia a farsi consistente. Segue nuovamente un ottimo Berto, in posizione eccellente in vista della finale.

Manche 3-A rispecchia ogni attesa, con Firenze ulteriormente padrone degli avvenimenti, ma da dietro è Sternieri a distinguersi, risalendo ulteriormente la classifica e difendendosi dall’ottimo Giacomotti, finalmente lontano dalle sfortune che ne hanno segnato la mattinata.

La notizia in manche 3-B è l’assenza di Lambert, rimasto ai box per la rottura del cambio, facilitando così l’avversario più concreto del francese, nonché vincitore dell’ultima manche, ovvero Vigliarolo, che rispetta il pronostico e vince a mani basse.
Dietro è nuovamente Da Silva a mettersi in luce, ma commette un errore imperdonabile, alzando il piede sotto il traguardo quel tanto che basta per farsi soffiare la seconda posizione da Berto, tenace nel non mollare mai e ripagato dalla conquista per soli 78 millesimi della seconda posizione..

La finale si presenta subito durissima, coi dominatori di giornata in gran forma e il solo Lambert a mancare all’appello. Alla prima curva non manca nessuno dei favoriti: Firenze, Vigliarolo, Da Silva, Berto, Sternieri e l’ottimo Giacomotti che centra una bella partenza.
I guai sono però nelle retrovie, dove Desgragens si scompone e innesca una carambola di cui fanno le spese Grieco, esordiente di categoria, e Graziana, oltre al francese; le tre vetture rimangono incastrate nei pressi della traiettoria in curva 1, costringendo la direzione gara ad esporre bandiera rossa.
Si riparte, ma la tensione è sempre altissima: Firenze la spunta su tutti quanti, insidiato da vicinissimo però da Vigliarolo che imposta la curva di traverso all’interno e sul cordolo, andando di fatto a frenare su Firenze, al quale si aggancia alla salita del salto, il cui atterraggio lo manda in testacoda proprio aldilà della rampa. I piloti che seguono non possono evitarlo, per primo Berto che era immediatamente dietro ai primi e che si ferma a sua volta a centro pista, causando un incidente di massa che ferma nuovamente la gara.
Terza ripartenza, orfana di 11 piloti, tra i quali Berto e GIacomotti che in giornata erano stati autori di ottime prestazioni; questa volta si parte con esposizione di bandiera d’avvertimento bianco nera per tutti, tanto che la paura di nuove azioni troppo irruente rende la partenza di Firenze e Vigliarolo talmente disciplinata, da lasciare praticamente pista libera a Da Silva che non fa complimenti e si porta in testa.
Alla fine del primo giro Da Silva sembra essere in grado di andarsene, avendo inflitto già un notevole distacco a Firenze e Vigliarolo che inseguono, attaccati a loro volta da Pellicone, strepitosa la sua partenza, e Sternieri, che lo passa dopo una serie di incroci e contro incroci.
Intanto Firenze inizia a calare di ritmo, con la vettura che risente dei contatti violenti delle prime due partenze, tanto che il gruppo dietro a Da Silva si compatta e Sternieri riesce a passare in un giro i due dominatori di giornata, ovvero Firenze e Vigliarolo.
La sensazione è che ne abbia a sufficienza per provare a ricucire lo strappo che Da Silva ha dato nei primi combattuti giri e intanto anche Vigliarolo paga i contatti precedenti, scavalcato dal sempre costante Gusmeroli.
Sterneri conferma l’impressione che aveva dato in giornata, mettendo in pista una guida perfetta che lo porta in meno di un giro al recupero su Da Silva, provando subito ad attaccarlo ad ogni curva, anche se metà della pista è in regime di bandiere gialle.
Si arriva all’ultimo giro con bandiera gialla anche in curva 1, ma Sternieri attacca, imposta da lontanissimo un incrocio che lo porta ad entrare nella porta lasciata aperta da Da Silva ancora in prossimità del kart fermo, ma che concretizza il sorpasso dopo la zona incidentata.
Sternieri passa quindi al comando proprio all’ultimo giro, e conquista meritatamente la sua prima vittoria nei kartcross, davanti a Da Silva, Firenze che riesce comunque a salire sul podio, gli ottimi Pellicone e Gusmeroli e via via tutti gli altri.

Per il secondo anno consecutivo, in virtù dei risultati finali, è Firenze a conquistare il titolo di campione italiano.


GRUPPO 1

Manche 1 subito nel segno di Valazza, che sulla sua gloriosa X1/9 trova la sua vera dimensione, ma inseguito da molto da vicino da Nardin, decisamente competitivo, ma sfortunato e costretto a parcheggiare dopo un paio di giri per noie meccaniche, così come Catania.
Alle spalle di Catania si fa spazio Rango, che conferma le prestazioni di Pasquetta e giunge brillantemente secondo. Molto più staccati Pesimena, Nicolini, Colla e Crespi.

Nuova partenza fulminea di Valazza in manche 2, sfruttando tutto il vantaggio offerto dalla trazione posteriore della sua vettura, ma scatta molto bene anche Rango che però viene centrato da Catania, dovendo ripartire ultimo.
A Catania viene esposta la bandiera di avvertimento bianca e nera, e deve rincorrere le due Clio di Pesimena e Colla che si battono per conquistare la seconda posizione.
Nardin intanto recupera posizione dopo essere partito dall’ultima fila, sorpassando prima Nicolini, poi portandosi immediatamente a ridosso di Catania, che sorpassa.
La coppia Nardin Catania viaggia con un passo superiore al duo di Clio, tanto da recuperare sensibilmente dallo svantaggio, arrivando a ricompattare il quartetto all’ultimo giro, in cui le quattro vetture francesi si sorpassano vicendevolmente ad ogni curva, concludendo la gara in una volata a quattro, in cui la spunta Colla per il secondo posto dietro a Valazza, seguito dal rimontante Nardin, Pesimena, Catania e Rango, che è riuscito a recuperare e passare Crespi e Nicolini.

Manche 3 in mano a Valazza come da copione, seguito molto bene in partenza da Colla che viene però subito scalzato da Catania, mentre Nardin rimane intrappolato nel panino tra le Clio di Colla e Pesimena.
Rango invece non riesce a prendere l’ottimo ritmo della mattina rimanendo in ultima posizione a lottare con Crespi a suon di sorpassi e controsorpassi; davanti Nardin riesce quasi subito a sopravanzare anche Colla, accodandosi a Catania, col quale darà vita ad una gara a strettissimo contatto, ma mai abbastanza minaccioso da poter tentare un sorpasso.
Davanti intanto il vantaggio di Valazza è talmente ampio da potersi permettere un testacoda innocuo all’ultimo giro, prima di andare a vincere la terza e ultima manche, precedendo Catania e Nardin.

La finale non poteva che partire nello stesso modo della manche, con Valazza a far da lepre, e Catania brillante nel conquistare immediatamente la seconda posizione, seguito da Nardin, che però questa volta non riesce a stare vicino alla 205 arancio. Dietro infuria la battaglia tra Colla, Pesimena e Rango, con quest’ultimo vittorioso sui due rivali, riprendendosi dopo la brutta manche 3 e concludendo sul podio approfittando del ritiro di Nardin. Molto più staccati Nicolini e Crespi.

Dovrebbe essere proprio Rango a conquistare per un punto il titolo di campione nazionale.


GRUPPO 2

Manche 1 con tutte e quattro le regine al via, ma dopo pochi giri Cortellazzi e M. Morganti si ritirano, mentre Bonfà va a vincere in scioltezza.

Manche 2 bagnata, fondo su cui Bonfà non riesce a bissare il successo di manche che va a M. Morganti, mentre questa volta è A. Morganti a ritirarsi immediatamente. Cortellazzi è invece ritirato.

Manche 3 nuovamente dominata da Bonfà.

Poche, anzi, pochissime vetture al via della finale, ma fasi di gara molto spettacolari si dalla partenza: scatta benissimo A. Morganti, seguito a muso contro coda da M. Morganti a sua volta pressato da Bonfà.
I tre arrivano talmente vicini all’ingresso della 3 che M. Morganti deve schivare la vettura che lo precede, scartando verso il cordolo interno, sul quale viene stretto da Bonfà che non può evitarlo, col risultato di provocare un gran ribaltamento ai danni di M. Morganti.
Prende il comando quindi A. Morganti che approfitta dell’incidente per provare a scappare, ma Bonfà non molla e dopo un giro di studio, rompe gli indugi facendo una mossa verso l’esterno in rettilineo, per poi spostarsi all’interno ed infilare di forza Morganti, a cui strappa la prima posizione e la vittoria.


GRUPPO 5

La giornata vede stranamente le difficoltà dei fratelli Mora, solitamente abituati a dividersi le vittorie con Turolla, e invece costretti questa volta a vedersela anche con Zoppetti e Sebastiani.
Turolla invece davvero eccellente, grande guida.

In finale si mette subito davanti proprio Turolla, iniziando a pennellare il Pragiarolo a ritmo insostenibile per gli inseguitori, e la notizia è proprio la crisi dei fratelli Mora: la gara di F. Mora è andata per il verso sbagliato durante tutta la giornata, e anche in finale deve dire addio alle speranze di podio, mentre G. Mora è andato un po’ meglio, ma partito quarto in finale, non riesce a sopravanzare Zoppetti che per tutti e 7 i giri della fina si difende con le unghie e coi denti dai frequentissimi attacchi.
Secondo, e apparso decisamente in forma, Sebastiani, che con Turolla primo e Zoppetti terzo, va a completare il podio


Cat. Sport

Categoria che dire spettacolare è poco, dovrebbe essere compresa tra quelle del campionato italiano.

Manche 1 subito indirizzata a suo favore da Bertani, che prende il comando su R. Bertè scattato benissimo dalla seconda fila tanto da superare già alla prima curva Giandini e Zanatti, che insieme a Manzato ed Anselmi danno vita a duelli spettacolari, coi soli Ferro e M. Bertè ad inseguire.
Vince Bertani, davanti a Bertè e Manzato.

Cambia copione in manche 2, dove è R. Bertè ad andare in testa, conducendo una gara senza sbavatura che mette in luce nette potenzialità di vittoria, poiché a seguirlo è il poleman e vincitore di manche 1 Bertani, che però non riesce ad impensierirlo sino alla vittoria.
Dietro di loro Zanatti, risalito in battaglia con Giandini fino al secondo posto, ma poi nuovamente terzo dopo strenua lotta con Bertani. A seguire M. Bertè, che precede Ferro e Giandini, autori di una lotta serrata e spettacolare.
Problemi per Anselmi, e peggio ancora per Manzato che non è partito.

Ranghi nuovamente completi per la partenza di manche 3, in cui è ancora R. Bertè a guadagnare la testa della gara, seguito da un trenino di altissimo livello.
Sono di nuovo Bertani e Zanatti a scontrarsi a viso aperto, scambiandosi le posizioni per tutta la prima metà di gara, mentre nelle retrovie un contatto duro di gruppo tra Manzato, Anselmi e Giandini, costringendo al ritiro il primo, fermo con la vettura sfondata nell’anteriore, mentre ad Anselmi rimane quasi solo il telaio tubolare con mezza carrozzeria a pezzi. È andata meglio a Giandini che ci ha rimesso solo una portiera.
Nel frattempo Bertani riesce a staccare definitivamente Zanatti, mettendosi addirittura in caccia di R. Bertè che però non riesce a superare e che vince anche manche 3.

La finale è un concentrato di spettacolo ed emozioni: R. Bertè parte nuovamente a razzo, mentre è Bertani a trovarsi addirittura quarto dopo la partenza, preceduto da Zanatti e Giandini che recupera in un solo colpo tutte le posizioni lasciate per strada durante le tre manches, ma eccede in foga, andando a ribaltare la sua vettura i curva 3. Ferro intanto conclude un week end in colore appendendosi irrimediabilmente al cordolo interno in uscita dal tornante centrale.
Conduce ancora R. Bertè su Zanatti e Bertani, la cui gara però è tutt’altro che finita, infatti il forte pilota alla guida della vettura più nazionalista che ci sia, non molla la preda e passa prima Zanatti e poi R. Bertè, andando a bissare il successo di Pasquetta.
Sorprendentemente terzo Anselmi, che approfitta dei problemi sofferti da Zanatti nel finale, conquistando un podio all’altezza del suo valore, ma apparentemente lontano dopo le sfortune della manches.


 

 

 
 FOTO

L'album fotografico by Bollo




 



  
 



 

 


 
Classifiche

 -Tutte le classifiche su www.sportclubmaggiora.it