Giornata conclusiva al Pragiarolo,
sempre in condizioni strepitose dentro e fuori la pista, che ha
ospitato per la prima volta una prova di Campionato Italiano
Aurocross con entrambi i salti, dopo le performance dei migliori
specialisti europei. Al via il solito nutritissimo elenco
iscritti, nonostante l’assenza di alcuni nomi solitamente
abitudinari di Maggiora, sopperiti dalla presenza di una discreta
pattuglia francese nelle varie divisioni a ruote scoperte.
La giornata limpida (ma sicuramente non
calda) ha garantito anche un’ottima affluenza di pubblico. Ecco
il racconto di giornata per coloro che non han potuto esserci:
DIVISIONE 1A
In manche 1 partenza fulminante di
Agrelli, che dopo la pole agile del sabato mette subito in mostra
tutte le proprie potenzialità, infliggendo un distacco abissale già
dopo un giro, sfruttando le perfette prestazioni della sua Saxo,
guidata alla perfezione sul viscido della mattina. Ottima partenza
per Savoini, che prende un buona passo inseguito da molto vicino da
Dalfino, mentre più staccati viaggiano in coppia anche Valsesia e
Cerri, al debutto in questa divisione su quella che sembra essere la
vettura che ha portato Ruga alla conquista dei titoli italiani 2008,
2009 e 2010; Perazzo insegue il gruppo da molto lontano.
Savoini tiene a tal punto da permette
proprio a Valsesia e Cerri di ricompattarsi e formare un quartetto
che battaglia fino alla fine, e in cui la spuntano Delfino, che
riesce a passare Savoini, e Cerri, che presa più confidenza col
mezzo riesce a risalire fino alla terza posizione, completando il
tris di Saxo che vede Agrelli vincere con quasi 20 secondi di
vantaggio.
In manche 2 si ripete il copione in
partenza, con Agrelli realmente incontenibile e mai impensierito da
nessun altro avversario, sin dai primi metri; stazionando a bordo
pista nella zona del salto, appare subito evidente però che Agrelli
non sembra curarsi molto del vantaggio più che rassicurante che
potrebbe gestire, bensì continua a guidare ai limiti della pista,
inanellando una serie di entrate in curva 1 e curva 2 con l’anteriore
interna a non più di 2cm dal cordolo, tanto da rendere palese a
tutto il pubblico quando stesse andando vicino al ribaltarsi… cosa
che purtroppo per lui è avvenuta nel giro di una tornata, quando
all’ennesima entrata al limite in curva 1, la vettura centra in
pieno il cordolo con l’anteriore destra, innescando un pesante
cappottamento del tutto gratuito, e completamente insensato dal punto
di vista della gestione tattica della gara, soprattutto ai fini della
classifica assoluta di campionato. Strada libera quindi per
Delfino, che va a vincere davanti a Cerri poco staccato, mentre
arrancano più distanti Savoini, Perazzo e Valsesia.
Dopo la pausa pranzo, la griglia di
partenza di manche 3 vede incredibilmente schierato anche Agrelli, ma
subito dopo i primi metri dalla partenza sono evidenti i danni
lasciati dall’incidente del mattino: Delfino scatta benissimo e
guadagna la testa del gruppo, seguito a stretto contatto da Cerri; le
due Saxo scappano subito staccando Savoini, Valsesia e Perazzo che
non ne hanno proprio per star dietro alla coppia di testa, mentre
Agrelli si accoda già dopo curva 1, per poi parcheggiare qualche
centinaio di metri dopo. Intanto Delfino e Cerri viaggiano sempre
muso contro coda, con Cerri sempre più a suo agio sulla propria
vettura, tanto da infilare con un bellissimo incrocio in curva 1
Delfino, andando così a vincere così una manche alla gara
d’esordio.
In finale l’occasione da cogliere al
volo a Savoini, che in virtù del suo secondo posto in campionato,
potrebbe approfittare dell’assenza di Agrelli (definitivamente
ritirato) per balzare in testa alla classifica.
Alla partenza Cerri riprende da dove
aveva lasciato, superando per primo curva 1 seguito da Delfino e
Valsesia e Savoini, mentre Perazzo riamane piantato in partenza,
scattando con discreto ritardo. Subito problemi per Savoini però,
che viene ripreso da Perazzo, il quale a sua volta riesce a ricucire
su Valsesia, la cui vettura soffre di problemi al motore ormai
cronici durati tutta la domenica. Le posizioni variano ancora
quando Perazzo si pianta per problemi dopo curva 1, dando strada
libero a Savoini che si rimette in caccia di Valsesia. Il gruppetto
di inseguitori si ricompatta, con Savoini che non riesce a fruttare
la miglior condizione di vettura rispetto a Valsesia, mentre Perazzo
riesce a superare entrambi e involarsi verso il terzo gradino del
podio. Intanto davanti Cerri, che era riuscito a scappare nei
primi giri, deve cominciare a guardarsi le spalle dal ritorno da metà
gara in poi di Delfino, costantemente più veloce negli ultimi giri,
ma non abbastanza da avvicinarsi a tal punto da poter tentare un
attacco su Cerri che va così a tagliare il traguardo per primo,
vincendo meritatamente la gara del suo esordio in Divisione 1A.
Nonostante il ribaltamento mattutino,
Agrelli riesce ugualmente a mantenere la leadership del campionato,
vincendolo.
DIVISIONE 1
Bel gruppo di vettura in partenza di
manche 1 dove, nonostante la pole di Chiozzini, Ottoboni sfrutta la
sua abbondantissima cavalleria mettendosi davanti al treno di sette
vetture, che viaggia in fila compatta per il primo giro e mezzo,
quando in testa si stacca un terzetto molto agguerrito e vicinissimo:
un terzetto guidato da Ottoboni su Chiozzini minacciosissimo e
aggressivo, seguito a sua volta da Serini, che riesce finalmente a
‘farla girare’, tenendo un passo decisamente interessante. Più
in dietro, Nebiolo riesce a tenere a bada due vetture sulla carte più
performanti, cioè la Punto di Amatori e soprattutto la Fiesta di
Zuliani; più indietro, in una sorta di gara a parte, c’è un’altra
Fiesta che saggia il Pragiarolo e cioè quella del tanto atteso
ritorno di uno dei senatori di categoria, ovvero Gimi Busato, al
debutto con la nuova belva che soffre ovvie noie di gioventù e che
ha bisogno di macinare km per trovare l’equilibrio vettura-pilota,
che una volta trovato riporterà Gimi là dove aveva lasciato con la
gloriosa Alfa 145, e cioè la lotta per la vittoria. Intanto
davanti il terzetto non si sgrana, ma Chiozzini si fa sempre più
minaccioso, mettendo in mostra la proverbiale guida già espressa ai
tempi della Ritmo, tanto da riuscire a sopravanzare Ottoboni e
prendere subito un largo margine di vantaggio. La lotta per la
seconda posizione rimane aperta, con Ottoboni che deve difendersi da
Serini, sino a quando un problema di inserimento di marcia in curva 1
costringe il Folletto a rallentare e perdere così contatto. Dietro
intanto Nebiolo deve cedere ad Amatori, lottando strenuamente con
Zuliani che lo pressa da vicino, fino a passarlo e precederlo di un
soffio al traguardo. Quindi vittoria di autorità di Chiozzini,
che precede Ottoboni, Serini, Amatori, Zuliani, Nebiolo e Busato a
fondo gruppo.
Partenza fotocopia in manche 2, con
Ottoboni subito in testa seguito dall’agguerrita coppia Chizzini
Serini. La musica sembra però subito diversa, dato che la
resistenza di Ottoboni è ben meno tenace rispetto a quella di manche
1, tant’è che non solo Chiozzini, superlativo, riesce a prendere
subito la testa della corsa, ma anche Serini, nuovamente convincente,
passa agilmente la Mitsu rosso blu. Chiozzini saluta la compagnia
pennellando le curve e spremendo la sua Punto al limite, tanto da
creare il vuoto tra sé e Serini che non molla comunque un ottimo
passo; anche Zuliani con pista libera riesce a tenere il passo degli
inseguitori, seguito da Amatori, riuscendo anch’esso a passare
Ottoboni, i cui problemi si palesano al terzo giro, quando è
costretto al ritiro, così come Nebiolo, mentre Busato segue a fondo
gruppo. Non succede più niente nulla fino al traguardo, con
Chiozzini straprimo su Serini, Zuliani e via via tutti gli altri.
Manche 3 più sguarnita, con Chiozzini
già sicuro della pole dopo le vittorie del mattino, e Nebiolo al
lavoro in vista della finale, dopo la defezione di manche 2, mentre
Busato è costretto al definitivo forfait causa noie meccaniche di
gioventù troppo importanti da permettergli di partire. Questa
volta è Zuliani a sfruttare la cavalleria della vettura,
presentandosi primo alla staccata e comandando un trenino
compattissimo che percorre il primo giro davvero a strettissimo
contatto; ma nello spazio di poche tornate solo Amatori riesce a
tenere il passo di Zuliani, con Serini terzo, ma più distante delle
manche del mattino, e Ottoboni in coda ancora alle prese con evidenti
problemi alla vettura. La manche viaggia sui binari, regalando a
Zuliani la prima vittoria (se pur di manche) a Maggiora, seguito da
Amatori, Serini e Ottoboni.
Torna al completo la griglia della
finale, con la sola defezione di Busato (il quale oltre ad esibire
una dedica sul cofano, si presenta da Ostorero in torretta per
commemorare ancora una volta il grande uomo e pilota Illide
Romagna). Allo spegnersi del semaforo scatta ancora una volta
forte Zuliani, mentre il poleman Chiozzini non riesce a difendere la
posizione, superato in partenza anche da Ottoboni e Serini, che si
defila sull’esterno, impostando una traiettoria esterna tanto
audace quanto controproducente, tanto da doversi accodare dietro a
tutto il treno, col solo Nebiolo a inseguire, seppur a distanza causa
non perfette condizioni della vettura. Davanti la leadership di
Zuliani dura poco, poiché arriva con troppo sottosterzo al tornante
centrale lasciando una porta spalancata all’interno, tanto da
permettere il sorpasso non solo a Ottoboni, ma anche a Chiozzini, che
inizia subito a insidiare la prima posizione. Intanto Serini, la
cui gara si compromette definitivamente dopo un testacoda al tornante
centrale, si ritira a fine del secondo giro, un istante prima
dell’attacco di Chiozzini su Ottoboni, sopravanzato grazie un
incrocio di linee vincente, figlio anche dei problemi che ancora la
vettura di Ottoboni accusa. Da qui alla fine accade molto poco,
con Chiozzini che scappa regalando spettacolo sino alla vittoria,
seguito da Ottoboni che non riesce mai a scrollarsi definitivamente
di dosso la pressione di Zuliani, che sale sul podio davanti a
Nebiolo, quarto in virtù del ritiro di Amatori.
Il risultato viene però stravolto
dalla squalifica di Chiozzini, decretando quindi il podio Ottoboni,
Zuliani, Nebiolo e quarto Amatori, che in virtù di questi punti si
assicura il titolo di campione italiano in divisione 1 per la seconda
volta dopo il 2008.
DIVISIONE 3A
Divisione nutrita e come sempre
agguerrita, con l’aggiunta di due francesi dotati di due tra i
mezzi al top in Europa, in particolare Planche, alla guida del
prototipo fresco vincitore del titolo europeo tra le mani di Dufour
In manche 1-A scatta velocissimo
Ingrami, che occupa immediatamente la traiettoria di curva 1 in
spazzolata, costringendo E. Ruzzante e Immovilli ad accodarsi, che
subito creano un terzetto agguerritissimo, seguito a breve distanza
dal sempre più convincente Conforto Galli. La fuga di Ingrami
termina presto, dovendo cederei il passo per problemi e lasciando a
Ruzzante la possibilità di scappare, cosa che non avviene poiché
inseguito da vicinissimo da Immovilli, che a sua volta approfitta di
un incertezza di Ruzzante per passare in testa, mentre Conforto Galli
regge benissimo il passo e finisce secondo. Intanto alle loro
spalle accesissima battaglia per il terzo posto tra Bianchi e
Zibarelli, poi Ruzzante e Ingrami che riescono a non terminare
ultimi, precedendo Andeliero.
In manche 1-B è il francese
Gargot-Branche a scattare in testa, insidiato da vicinissimo da M.
Ruzzante che ci mette poco a sbarazzarsene, prendere il comando e
tentare la fuga, mentre in terza posizione stenta a prendere il ritmo
Alessio Gallotta nel primo giro. È però solo un illusione per i
due di testa, poiché Gallotta prima passa il francese, e poi
recupera prepotentemente su Ruzzante, che passa ma con cui deve
battersi fino alla bandiera a scacchi con arrivo in volata. Intanto
nelle retrovie bella lotta tra i gialli, ovvero Beani e Planche, con
quest’ultimo che non riesce a sfruttare il mezzo che guida,
lottando parecchio prima di riuscire a conquistare la quarta
posizione. Problemoni a fondo gruppo per Noto, lo svizzero
Baumgartner e Giliberti.
Manche 2-A tiratissima, con Gallotta
che riesce e a prendere la testa, che si rivela fondamentale poiché
seguito come un ombra dal forte francese Gargot-Branche, seguito a
sua volta da M. Ruzzante che riesce a domare in partenza il
fortissimo mezzo di Planche, presentatosi più avanti alla prima
staccata. I primi tre si staccano subito, con Gallotta a imprimere
un ritmo forsennato, seguito dalla coppia Gargot-Branche e Ruzzante,
che insidia il francese per tutta la gara, sino a passarlo e
strappargli la seconda posizione, mentre nelle retrovie Planche non
riesce proprio a prendere il ritmo che il mezzo gli permetterebbe.
Gara anonima per Baumgartner, mentre continuano i problemi per Noto,
Giliberti e soprattutto Beani che si ritira al primo giro. Altra
vittoria prepotente di Gallotta, su Ruzzante e Gargot-Branche.
Scatto vincente per Immovilli in manche
2-B, seguito dalla coppia E. Ruzzante e Conforto Galli a contatto
dopo la prima curva, contatto del quale fa le spese Bianchi subito in
testacoda dopo una bella partenza. Importantissima partenza anche
per Ingrami, che dal fondo dello schieramento deve subito cercare
punti dopo la defaiance di manche 1, rimanendo però accodato a
Zibarelli e Andeliero. Per Immovilli e Ruzzante è un’altra gara
in coppia solitaria, con Pink Panter in grande spolvero per tenere a
bada l’arrembante Ruzzante, mentre da dietro rinviene fortissimo
Ingrami, che dopo la partenza in ultima fila è già terzo. Intanto
dietro rincorsa grintosissima di Bianchi, che riacciuffa Andeliero e
Zibarelli, dando vita ad un duello a tre per la conquista del quarto
posto. Vince Immovilli davanti a Ruzzante e Ingrammi, e Andeliero
riesce a spuntarla sulla lotta a tre, seguito da Bianchi che passa
Zibarelli; ritirato Conforto Galli, dopo la bella partenza che
l’avrebbe visto protagonista di manche.
Partenza nuovamente bruciante per
Immovilli in mache 3-A, che ha la meglio su Ingrami, autore di un
spettacolare prima curva tutta sull’esterno, riuscendo a strappare
la seconda posizione a Bianchi, ancora una volta partito benissimo, e
coriaceo nel tenere giù il piede in curva due, mantenendo la sua
terza posizione su E. Ruzzante. I due combattono per tutta la manche,
fino al momento in cui Ruzzante infila Binachi in curva 1, passandolo
sul primo salto. La gara non ha più storia, con Immovilli
nuovamente vittorioso su Ingrami che risale la classifica, Ruzzante,
Bianchi e il gruppo sempre ai ferri corti Beani, Zibarelli e
Andeliero afflitto purtroppo da problemi al mezzo.
L’ultima manche, la manche 3-B è
orfana di Gallotta e M. Ruzzante, evidentemente soddisfatti dalle
prestazioni del mattino, e vede Confortogalli a battagliare con un
truppa di stranieri: alla partenza ci sono infatti due francesi, uno
svizzero e due italiani, ma con Noto decisamente sottotono. La
partenza è turbolenta, in virtù della guida imprecisa di Planche,
che eccede prima del salto e rientra accodato al connazionale
Gargot-Branche che scappa, staccando Conforto Galli secondo. La
gara si articola principalmente sul duello tra Conforot Galli e
Planche, aggressivo e mai domo, ma domato brillantemente
dall’italiano, che conquista una preziosissima seconda posizione,
alle spalle dell’altro e più forte francese Gargot-Branche.
Partenza da brividi quella che ci si
aspetta, dato che si tratta di uno dei rari casi in cui i migliori
piloti italiani di specialità giungono in finale senza la defezione
di qualche pretendente alla vittoria, con l’aggiunta di due
francesi combattivi, uno dei quali molto competitivo. I risultati
non tardano a manifestarsi: dopo pochissimi metri dallo scattare
della finale allo spegnimento dei semafori, viene esposta la bandiera
rossa per una falsa partenza; bandiera che viene immediatamente vista
dai primi del gruppo che alzano il piede, mentre i piloti partiti
dalle retrovie non si accorgono di nulla e non ci pensano minimamente
a mollare. Purtroppo per Conforto Galli, lui è uno di quelli che
stava rincorrendo, e al momento della bandiera rossa si è trovato
addosso ai piloti che lo precedevano, con conseguente e pericoloso
decollo dell’anteriore destra, che schizza sulla pista, proprio in
direzione della curva 1, dove rimbalza nel momento preciso in cui il
gruppo si sta avventando sulla curva. A farne le spese è stato lo
sfortunato Massimo Ruzzante, che si trova una ruota piovere dal cielo
sulla sua anteriore destra, che a sua volta si danneggia
irrimediabilmente. Per Conforto Galli la sfortuna è doppia,
poiché piazzato benissimo in classifica di campionato prima di
questa finale, e quindi pretendente al titolo. Si riparte con due
piloti in meno, e questa volta è il francese Gargot-Branche a
confermare la sua forza, precedendo la pattuglia di italiani che si
gettano in una furibonda caccia; ma è l’altro francese quello su
cui si concentra l’attenzione, dato che è bloccato al centro della
curva 1 col proto aggrappato a quello di Biachi. La direzione gara
attende prima di ridare bandiera rossa, attendendo un eventuale
sbrogliamento del groviglio, ma Planche decide di accelerare
brutalmente addosso al proto Alma Speed di Biachi, peggiorando la
situazione e incastrandosi definitivamente. Risultato: altra bandiera
rossa, ma fortunatamente senza ‘vittime’ dal groviglio,
nonostante la vettura di Bianchi ne esca malconcia. Terza partenza
con i quattro italiani di testa che riscattano la precedente,
presentandosi col coltello fra i denti alla prima staccata, nella
quale si avventano per uscirne con Gallotta in testa sull’altro
dominatore di giornata, Immovilli, a sua volta seguito a pochi cm da
Ingrami e Ruzzante. Dietro di loro, il francese Gargot-Branche a
inseguire, aprendo il secondo gruppo battagliero, ma è sui primi
quattro che si concentra l’attenzione: il livello è altissimo e
livellato a tal punto che si crea una stupenda danza a suon di
pennellate tra le curve del Pragiarolo. Nessuno cede né guadagna,
sono tutti abbastanza vicini per tentare un attacco in qualsiasi
punto della pista, dovendo quindi studiare l’avversario che
precede, e contemporaneamente controllare gli specchietti. È
Ingrami il primo a tentare il sorpasso, presentandosi quasi
affiancato a Immovilli alla staccata della curva 1, me proprio
impostando una curva più fulminea si ritrova contro la posteriore
sinistra Immovilli, venendo ‘sbattuto’ verso l’esterno; il
tempo perso è pochissimo, pochi metri, ma apre una porta all’interno
in cui Ruzzante non deve fare altro che infilarsi, strappando la
terza posizione. Intanto Bianchi e Planche continuano la loro
personale battaglia a suon di sportellate, con l’italiano che deve
però arrendersi a fronte di danni troppo gravi. Il gruppo
d’inseguitori diventa quindi Planche, Baumgartner, Beani e Noto,
che procede però a ritmo bassissimo. Il quattro piloti di testa
continuano la danza, facendosi sempre più aggressivi con
l’avvicinarsi della conclusione, e il più convincente pare essere
Immovilli, che si fa sempre più vicino durante il penultimo giro,
fiondandosi velocissimo in uscita dall’ultimo tornante tanto da
quasi affiancare Gallotta in rettilineo. Il capolavoro avviene in
staccata, che Immovilli ritarda al limite possibile, infilandosi
all’interno di Gallotta in modo pulitissimo e inaspettato a tal
punto da non permettere a Gallotta nemmeno di tentare un incrocio di
linee. L’ultimo giro è un susseguirsi di tentativi di Gallotta
di riconquistare la prima posizione, lasciando quindi molto spazio
agli attacchi di Ruzzante che però non riesce a passare. Immovilli
chiude quindi la serie di vittorie di giornata vincendo la finale,
davanti a Gallotta, Ruzzante, Ingrami, il forte Gargot-Branche e via
via tutti gli altri. Una delle finali più belle di sempre in
questa divisione a Maggiora.
In virtù della seconda posizione,
Gallotta conquista l’ennesimo titolo italiano, il quarto
consecutivo se non erro.
DIVISIONE 3
Anche in questa divisione è massiccia
la presenza di francesi, ma di livello decisamente più basso
rispetto ai due connazionali della divisione 3A, soprattutto per
quanto riguarda i mezzi.
La manche 1-A vede il dominio di Alex
Gallotta, decisamente indisturbato nell’andare a vincere la
manche. I due anni passati sui campi di gara più duri d’Europa
ad affinare guida e mezzo, hanno portato ad un livello
incontrastabile, dimostrato da una passo di gara
allucinante. Nonostante ciò, il campione italiano Casarin scatta
molto forte, e insidia da vicino la prima posizione di Gallotta,
prima che questo s’involi in solitaria. Alle loro spalle ottima
prestazione di Montagna, all’esordio sull’F&S dell’Alma
Speed, battagliando per molti giri col sempre spettacolare consoli,
prima che questo sia costretto al ritiro. Alle loro spalle, lenta
e velleitaria passerella di francesi e di Grisi, il quale poco può a
fronte dei problemi al motore del proto Hosek su cui esordisce e che
ne pregiudicano la gara.
La finale 1-B vede presentarsi alla
staccata tre pesi massimi della divisione, cioè Chiggiato, che
prende la testa, seguito da Mucci e Lonardi, mentre alle loro spalle
uno dei grandi vecchi, Romanisio. Lonardi dimostra subito di
essere come sempre in vena, e si esibisce in spazzolate clamorose in
caccia di Mucci prima e Chiggiato poi, che passa in scioltezza per
andare a vincere a suon di pendoli.
La manche 2-A vede Gallotta imporre
nuovamente un ritmo inarrivabile, tenendosi lontano dalle lotte che
invece infuriano alle sue spalle: Chiggiato precede Mucci, che non
riesce ad avvicinarsi troppo minacciosamente, e soprattutto Romanisio
si trova ad esibire un tappo clamoroso nei confronti di Consoli, che
scalpita alle sue spalle, ma non riesce proprio a trovare nemmeno un
varco per mettere le sue ruote davanti a quelle dell’esperto
Livio. Quando le posizioni di testa sembrano essere ormai
congelato, purtroppo Chiggiato è costretto a rallentare e poi
fermarsi per guai al motore, lasciando strada libera a Mucci che sale
in seconda, e Romanisio che ancora doma Consoli, che reduce dalla
sfortunata manche 1, avrebbe un gran bisogno di punti. All’ultimo
giro si presenta l’occasione giusta per passare in terza posizione,
ma un contatto al tornante centrale fa finire Conosoli in testacoda,
che deve beffardamente concludere lì la sua gara, perdendo non solo
la potenziale terza posizione, ma finendo addirittura settimo,
preceduto dai francesi e da Grisi.
Partenza tranquilla in manche 2-B, con
Casarin che prende la testa, ma che deve cedere quasi subito ad
all’incontenibile Lonardi, scatenato, e lanciato verso una vittoria
solitaria. Dietro ottima partenza di Montagna, che prima regola il
francese Chapel e poi si mette in caccia di Casarin, ma proprio un
contatto con quest’ultimo innesca una carambola da quale Montagna
riparte quasi subito, cedendo la posizione solo al francese, mentre
Casarin riparte quarto. Finisce dunque con Lonardi indisturbato
vincitore su Chapel, Montagna, Casarin e Barsiola, decisamente in
difficoltà.
Ottima partenza in manche 3-A di Mucci,
che non solo prende la testa della manche, ma conferma anche il
deficit in partenza accusato da Lonardi, che si trova sempre dietro
dopo la prima staccata. Seguono Montagna, i francesi, Grisi e
Chiggiato che deve recuperare dopo il ritiro in manche 2. Nonostante
la partenza ad inseguire, Lonardi non smentisce le attese e prende
facilmente la testa della manche, con Mucci ora a doversi guardare
anche dal sempre più confidente Montagna. Nella lotta tra mezzi
gemelli la spunta proprio Montagna, che conquista un’ottima seconda
posizione, mentre non trova troppa rimonta Chiggiato.
Gallotta non diserta manche 3-B, e anzi
ricomincia sin dalla partenza a imporre la sua legge, seguito da
Casarin che non molla, e Romanisio che subito pronti via si ritrova
nuovamente alle costole Consoli. Questa volta il grintoso pilota
laziale rompe subito gli indugi, andando già al tornante centrale
nel primo giro all’attacco, e proprio mentre il sorpasso è ormai
avvenuto, è il cerchione dell’anteriore ad abbandonarlo,
staccandosi di netto e lasciando Consoli su tre ruote. Davvero una
domenica di sfortuna per lui. La gara non ha più niente da dire, con
gli italiani davanti e i francesi di rincalzo a lottare fra loro.
La partenza della finale regala uno
schieramento completo e combattivo, col solito Gallotta a impostare
per primo la staccata e prendere subito il comando, seguito però da
Casarin, e non dall’altro dominatore di giornata, ovvero Lonardi,
che deve invece inseguire. Dietro di loro Mucci, che dopo le belle
manche centra una bella partenza dalla seconda fila, e Romanisio,
subito braccato da Chiggiato strepitoso in partenza dall’ultima
fila, ma a sua volta nel mirino di Montagna che però va subito in
testa coda a metà del primo giro, per poi ritirarsi. A chiudere
il gruppo i francesi, Grisi e Barsiola; Gallotta inizia subito a
martellare tempi pesanti, ma la vera lotta è tra Romanisio e
Chiggiato, il quale riesce a passare in quinta posizione grazie ad un
bel sorpasso di forza in curva 1, dopo il quale si mette in caccia di
Mucci poco più avanti. Intanto Lonardi inizia a prendere le
misure a Casarin, avvicinandosi molto, ma risentendo di un problema
forse dovuto ad un atterraggio troppo duro; il proto a scacchi sembra
rallentare e perdere ritmo, mentre la lotta Mucci-Chiggiato si fa
serrata. Le posizioni si sgranano sempre di più a metà gara,
sotto i colpi inferti da Gallotta che martella sempre di più, mentre
dietro Lonardi torna a farsi minaccioso negli specchietti di Casarin,
provandoci ad ogni curva, e creandosi di forza lo spazio per passare
all’altezza del bar, agguantando la seconda posizione. Classifica
invariata fino al traguardo, tagliato per primo da un’incontenibile
e dilagante Gallotta che vince su Lonardi, sempre spettacoloso, un
Casarin consistente e Mucci che riesce strenuamente a difendersi
dagli attacchi di Chiggiato. A seguire Chapel, Romanisio e via vai
tutti gli altri.
La vittoria decreta Alex Gallotta campione
italiano in divisione 3.
KARTCROSS
Come sempre kartcross a ranghi
completi, grazie anche alla massiccia presenza come sempre di
francesi, con gare talmente affollate da non permette quasi di
seguire tutto ciò che accade.
Manche 1-A con Firenze subito primo a
involarsi come da pronostico, seguito dal kartcross gemello di Berto.
Segue la pattuglia di francesi che approfittano della carambola in
partenza che spezza in due tronconi il gruppo; carambola della quale
fa le spese Erbetta, che battezza il nuovo mezzo con una ruotata di
marchio transalpino.
E transalpino è il marchio anche della
manche 1-B, ma questa volta in positivo, con l’onnipresente Lambert
partito e arrivato in testa, seguito da vicinissimo da Vigliarolo,
apparso subito in giornata.
In manche 2-A si ripete il copione, con
Lambert in fuga sin dai primi metri e Vigliarolo che segue da
vicinissimo. Anche Sternieri parte bene, terzo, ma la lotta è tutta
davanti con ‘the Old Fox’ a sfoderare un sorpasso spettacolare
che lo proietta al comando, dove resta sino alla vittoria su Lambert,
e come detto Sterneiri, che inzia a farsi più concreto migliorando
la posizione rispetto alla prima manche.
In manche 2-B è un altro monologo di
Firenze, che saluta la compagnia, capitanata dal francese Da Silva,
che dopo una prima manche d’ambientamento, inizia a farsi
consistente. Segue nuovamente un ottimo Berto, in posizione
eccellente in vista della finale.
Manche 3-A rispecchia ogni attesa, con
Firenze ulteriormente padrone degli avvenimenti, ma da dietro è
Sternieri a distinguersi, risalendo ulteriormente la classifica e
difendendosi dall’ottimo Giacomotti, finalmente lontano dalle
sfortune che ne hanno segnato la mattinata.
La notizia in manche 3-B è l’assenza
di Lambert, rimasto ai box per la rottura del cambio, facilitando
così l’avversario più concreto del francese, nonché vincitore
dell’ultima manche, ovvero Vigliarolo, che rispetta il pronostico e
vince a mani basse. Dietro è nuovamente Da Silva a mettersi in
luce, ma commette un errore imperdonabile, alzando il piede sotto il
traguardo quel tanto che basta per farsi soffiare la seconda
posizione da Berto, tenace nel non mollare mai e ripagato dalla
conquista per soli 78 millesimi della seconda posizione..
La finale si presenta subito durissima,
coi dominatori di giornata in gran forma e il solo Lambert a mancare
all’appello. Alla prima curva non manca nessuno dei favoriti:
Firenze, Vigliarolo, Da Silva, Berto, Sternieri e l’ottimo
Giacomotti che centra una bella partenza. I guai sono però nelle
retrovie, dove Desgragens si scompone e innesca una carambola di cui
fanno le spese Grieco, esordiente di categoria, e Graziana, oltre al
francese; le tre vetture rimangono incastrate nei pressi della
traiettoria in curva 1, costringendo la direzione gara ad esporre
bandiera rossa. Si riparte, ma la tensione è sempre altissima:
Firenze la spunta su tutti quanti, insidiato da vicinissimo però da
Vigliarolo che imposta la curva di traverso all’interno e sul
cordolo, andando di fatto a frenare su Firenze, al quale si aggancia
alla salita del salto, il cui atterraggio lo manda in testacoda
proprio aldilà della rampa. I piloti che seguono non possono
evitarlo, per primo Berto che era immediatamente dietro ai primi e
che si ferma a sua volta a centro pista, causando un incidente di
massa che ferma nuovamente la gara. Terza ripartenza, orfana di 11
piloti, tra i quali Berto e GIacomotti che in giornata erano stati
autori di ottime prestazioni; questa volta si parte con esposizione
di bandiera d’avvertimento bianco nera per tutti, tanto che la
paura di nuove azioni troppo irruente rende la partenza di Firenze e
Vigliarolo talmente disciplinata, da lasciare praticamente pista
libera a Da Silva che non fa complimenti e si porta in testa. Alla
fine del primo giro Da Silva sembra essere in grado di andarsene,
avendo inflitto già un notevole distacco a Firenze e Vigliarolo che
inseguono, attaccati a loro volta da Pellicone, strepitosa la sua
partenza, e Sternieri, che lo passa dopo una serie di incroci e
contro incroci. Intanto Firenze inizia a calare di ritmo, con la
vettura che risente dei contatti violenti delle prime due partenze,
tanto che il gruppo dietro a Da Silva si compatta e Sternieri riesce
a passare in un giro i due dominatori di giornata, ovvero Firenze e
Vigliarolo. La sensazione è che ne abbia a sufficienza per
provare a ricucire lo strappo che Da Silva ha dato nei primi
combattuti giri e intanto anche Vigliarolo paga i contatti
precedenti, scavalcato dal sempre costante Gusmeroli. Sterneri
conferma l’impressione che aveva dato in giornata, mettendo in
pista una guida perfetta che lo porta in meno di un giro al recupero
su Da Silva, provando subito ad attaccarlo ad ogni curva, anche se
metà della pista è in regime di bandiere gialle. Si arriva
all’ultimo giro con bandiera gialla anche in curva 1, ma Sternieri
attacca, imposta da lontanissimo un incrocio che lo porta ad entrare
nella porta lasciata aperta da Da Silva ancora in prossimità del
kart fermo, ma che concretizza il sorpasso dopo la zona
incidentata. Sternieri passa quindi al comando proprio all’ultimo
giro, e conquista meritatamente la sua prima vittoria nei kartcross,
davanti a Da Silva, Firenze che riesce comunque a salire sul podio,
gli ottimi Pellicone e Gusmeroli e via via tutti gli altri.
Per il secondo anno consecutivo, in
virtù dei risultati finali, è Firenze a conquistare il titolo di
campione italiano.
GRUPPO 1
Manche 1 subito nel segno di Valazza,
che sulla sua gloriosa X1/9 trova la sua vera dimensione, ma
inseguito da molto da vicino da Nardin, decisamente competitivo, ma
sfortunato e costretto a parcheggiare dopo un paio di giri per noie
meccaniche, così come Catania. Alle spalle di Catania si fa
spazio Rango, che conferma le prestazioni di Pasquetta e giunge
brillantemente secondo. Molto più staccati Pesimena, Nicolini, Colla
e Crespi.
Nuova partenza fulminea di Valazza in
manche 2, sfruttando tutto il vantaggio offerto dalla trazione
posteriore della sua vettura, ma scatta molto bene anche Rango che
però viene centrato da Catania, dovendo ripartire ultimo. A
Catania viene esposta la bandiera di avvertimento bianca e nera, e
deve rincorrere le due Clio di Pesimena e Colla che si battono per
conquistare la seconda posizione. Nardin intanto recupera
posizione dopo essere partito dall’ultima fila, sorpassando prima
Nicolini, poi portandosi immediatamente a ridosso di Catania, che
sorpassa. La coppia Nardin Catania viaggia con un passo superiore
al duo di Clio, tanto da recuperare sensibilmente dallo svantaggio,
arrivando a ricompattare il quartetto all’ultimo giro, in cui le
quattro vetture francesi si sorpassano vicendevolmente ad ogni curva,
concludendo la gara in una volata a quattro, in cui la spunta Colla
per il secondo posto dietro a Valazza, seguito dal rimontante Nardin,
Pesimena, Catania e Rango, che è riuscito a recuperare e passare
Crespi e Nicolini.
Manche 3 in mano a Valazza come da
copione, seguito molto bene in partenza da Colla che viene però
subito scalzato da Catania, mentre Nardin rimane intrappolato nel
panino tra le Clio di Colla e Pesimena. Rango invece non riesce a
prendere l’ottimo ritmo della mattina rimanendo in ultima posizione
a lottare con Crespi a suon di sorpassi e controsorpassi; davanti
Nardin riesce quasi subito a sopravanzare anche Colla, accodandosi a
Catania, col quale darà vita ad una gara a strettissimo contatto, ma
mai abbastanza minaccioso da poter tentare un sorpasso. Davanti
intanto il vantaggio di Valazza è talmente ampio da potersi
permettere un testacoda innocuo all’ultimo giro, prima di andare a
vincere la terza e ultima manche, precedendo Catania e Nardin.
La finale non poteva che partire nello
stesso modo della manche, con Valazza a far da lepre, e Catania
brillante nel conquistare immediatamente la seconda posizione,
seguito da Nardin, che però questa volta non riesce a stare vicino
alla 205 arancio. Dietro infuria la battaglia tra Colla, Pesimena e
Rango, con quest’ultimo vittorioso sui due rivali, riprendendosi
dopo la brutta manche 3 e concludendo sul podio approfittando del
ritiro di Nardin. Molto più staccati Nicolini e Crespi.
Dovrebbe essere proprio Rango a
conquistare per un punto il titolo di campione nazionale.
GRUPPO 2
Manche 1 con tutte e quattro le regine
al via, ma dopo pochi giri Cortellazzi e M. Morganti si ritirano,
mentre Bonfà va a vincere in scioltezza.
Manche 2 bagnata, fondo su cui Bonfà
non riesce a bissare il successo di manche che va a M. Morganti,
mentre questa volta è A. Morganti a ritirarsi immediatamente.
Cortellazzi è invece ritirato.
Manche 3 nuovamente dominata da Bonfà.
Poche, anzi, pochissime vetture al via
della finale, ma fasi di gara molto spettacolari si dalla partenza:
scatta benissimo A. Morganti, seguito a muso contro coda da M.
Morganti a sua volta pressato da Bonfà. I tre arrivano talmente
vicini all’ingresso della 3 che M. Morganti deve schivare la
vettura che lo precede, scartando verso il cordolo interno, sul quale
viene stretto da Bonfà che non può evitarlo, col risultato di
provocare un gran ribaltamento ai danni di M. Morganti. Prende il
comando quindi A. Morganti che approfitta dell’incidente per
provare a scappare, ma Bonfà non molla e dopo un giro di studio,
rompe gli indugi facendo una mossa verso l’esterno in rettilineo,
per poi spostarsi all’interno ed infilare di forza Morganti, a cui
strappa la prima posizione e la vittoria.
GRUPPO 5
La giornata vede stranamente le
difficoltà dei fratelli Mora, solitamente abituati a dividersi le
vittorie con Turolla, e invece costretti questa volta a vedersela
anche con Zoppetti e Sebastiani. Turolla invece davvero
eccellente, grande guida.
In finale si mette subito davanti
proprio Turolla, iniziando a pennellare il Pragiarolo a ritmo
insostenibile per gli inseguitori, e la notizia è proprio la crisi
dei fratelli Mora: la gara di F. Mora è andata per il verso
sbagliato durante tutta la giornata, e anche in finale deve dire
addio alle speranze di podio, mentre G. Mora è andato un po’
meglio, ma partito quarto in finale, non riesce a sopravanzare
Zoppetti che per tutti e 7 i giri della fina si difende con le unghie
e coi denti dai frequentissimi attacchi. Secondo, e apparso
decisamente in forma, Sebastiani, che con Turolla primo e Zoppetti
terzo, va a completare il podio
Cat. Sport
Categoria che dire spettacolare è
poco, dovrebbe essere compresa tra quelle del campionato italiano.
Manche 1 subito indirizzata a suo
favore da Bertani, che prende il comando su R. Bertè scattato
benissimo dalla seconda fila tanto da superare già alla prima curva
Giandini e Zanatti, che insieme a Manzato ed Anselmi danno vita a
duelli spettacolari, coi soli Ferro e M. Bertè ad inseguire. Vince
Bertani, davanti a Bertè e Manzato.
Cambia copione in manche 2, dove è R.
Bertè ad andare in testa, conducendo una gara senza sbavatura che
mette in luce nette potenzialità di vittoria, poiché a seguirlo è
il poleman e vincitore di manche 1 Bertani, che però non riesce ad
impensierirlo sino alla vittoria. Dietro di loro Zanatti, risalito
in battaglia con Giandini fino al secondo posto, ma poi nuovamente
terzo dopo strenua lotta con Bertani. A seguire M. Bertè, che
precede Ferro e Giandini, autori di una lotta serrata e
spettacolare. Problemi per Anselmi, e peggio ancora per Manzato
che non è partito.
Ranghi nuovamente completi per la
partenza di manche 3, in cui è ancora R. Bertè a guadagnare la
testa della gara, seguito da un trenino di altissimo livello. Sono
di nuovo Bertani e Zanatti a scontrarsi a viso aperto, scambiandosi
le posizioni per tutta la prima metà di gara, mentre nelle retrovie
un contatto duro di gruppo tra Manzato, Anselmi e Giandini,
costringendo al ritiro il primo, fermo con la vettura sfondata
nell’anteriore, mentre ad Anselmi rimane quasi solo il telaio
tubolare con mezza carrozzeria a pezzi. È andata meglio a Giandini
che ci ha rimesso solo una portiera. Nel frattempo Bertani riesce
a staccare definitivamente Zanatti, mettendosi addirittura in caccia
di R. Bertè che però non riesce a superare e che vince anche manche
3.
La finale è un concentrato di
spettacolo ed emozioni: R. Bertè parte nuovamente a razzo, mentre è
Bertani a trovarsi addirittura quarto dopo la partenza, preceduto da
Zanatti e Giandini che recupera in un solo colpo tutte le posizioni
lasciate per strada durante le tre manches, ma eccede in foga,
andando a ribaltare la sua vettura i curva 3. Ferro intanto conclude
un week end in colore appendendosi irrimediabilmente al cordolo
interno in uscita dal tornante centrale. Conduce ancora R. Bertè
su Zanatti e Bertani, la cui gara però è tutt’altro che finita,
infatti il forte pilota alla guida della vettura più nazionalista
che ci sia, non molla la preda e passa prima Zanatti e poi R. Bertè,
andando a bissare il successo di Pasquetta. Sorprendentemente
terzo Anselmi, che approfitta dei problemi sofferti da Zanatti nel
finale, conquistando un podio all’altezza del suo valore, ma
apparentemente lontano dopo le sfortune della manches.
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