Maggiora, 17-18 settembre 2005

 MARCO NORIS NELLA STORIA

Porta in alto la Nazionale Italiana, come doveva essere. Contro i più grandi piloti dell'autocross straniero. Pole, vittoria in pista e...fuori pista. Grazie Marco.

 

 

 

 

Le premesse al Gran Premio d’Italia erano delle migliori: record di iscritti con addirittura delle riserve pronte a prendere il posto dei titolari in caso di defezione dell’ultimo minuto, tanto per fare capire quanta voglia ci fosse di correre. Pienone in divisione 1 con molti bei nomi a dare una speranza all’Italia da corsa; in divisione 3, grande attesa per Gigi Susan e  il nuovo proto che comunque non ha deluso grazie a una bella prestazione sul giro secco in qualifica. Poi in gara solo pochi giri ma la monoposto aveva percorso 20 metri (dall’officina al camion) prima di arrivare  in pista. Difficile invece la divisione 3 con Casalboni a portare in alto tricolore.

 

Come poi non succede mai...il miracolo si è effettivamente avverato. Un ventitreenne lombardo è entrato di diritto nella storia dell’automobilismo italiano (ebbene sì, ci siamo anche noi) con una netto successo sull’invincibile corazzata straniera, per la gioia del (molto, viste le condizioni atmosferiche) pubblico presente. La mia personale gioia è stata meno dirompente rispetto a due anni fa (la Delta gialla, ve la ricordate?) vista la superiorità di pilota e mezzo ma non per questo meno bella. Grazie Marco, non dimenticheremo questi momenti.

Per assurdo la finale della divisione 1 è stata la meno spettacolare in quanto in divisione 3A e soprattutto nella 3 se le sono date alla grande, forse anche perché il titolo non era ancora stato assegnato.

Veniamo quindi a una breve cronaca dei fatti.

Pole position per Marco Noris anche il sabato con alle spalle il campione europeo 2005, Ayrat Shaymiev. Ottimo anche Negri e Rossetto. Molto dietro Paoloni con la nuova 147 ancora da rodare. Ottavo Giarolo e la nuova Focus di derivazione rallycross al debutto che ben si comporterà sfiorando la finale. Nelle manche 2, primi posti e un secondo per il pilota di Lecco che lo portano alla pole in Finale A. Busato distrugge un differenziale in manche 2. Buona la sua prestazione, sfortunata la finale A.

In Divisione 1, finale B, Cristian Giarolo è primo e viene toccato leggermente alla  prima curva da dietro; tiene giù e si gira, buttando al vento un piazzamento che gli sarebbe valso la finale più prestigiosa. Va allora davanti a tutti la Puma di Pleskovias. Forti ha problemi col motore che sembra una Harley Davidson. Romanismo perde di netto al ruota posteriore sinistra (vedere foto). La finalina che dovrebbe essere la più combattuta finisce stranamente senza altre emozioni (chi non si ricorda la finale B del 2002 con il capolavoro di Bodka?) con Pleskovias e la Gold blu di Ervandian nei piazzamenti che contano (proprio lui che nel 2002 fu vittima di uno spettacolare triplo ribaltamento prontamente ripreso dalle nostre telecamere).

 

Come già accennato, capolavoro di Noris nella Divisione 1, finale A. Al primo start fa falsa partenza. Terzo alla prima curva,  il primo ministro con la Puma Verde e Ayrat Shaimiev su Toyota Corolla per la troppa irruenza vanno lunghi e Marco è primo. Ma si ricomincia da capo. Seconda partenza, fotocopia della prima, capolavoro di sangue freddo visti che un minimo anticipo avrebbe comportato la squalifica immediata ma questa volta il pilota della Mitsu è solo al comando e vi rimarrà senza la minima sbavatura fino alla fine. Anche la Subaru di Negri è in gran forma, forse anche di più della bianco-rossa Lancer ma commette una piccola sbavatura, forse toccato da Primo Ministro che rimane fermo. Perde posizioni. Zebergs rimane lontano per tutti e sette i giri che rimangono, inseguito da Brozek e Pleskvas.  Gimi Busato esce e Rossetto rompe, arrivando a un giro da vincitore. Negri mette il turbo a 5 bar, passa la Puma di Pleskvas, e la Focus di  Brozek. Terminerà quarto, lasciando la sensazione che la doppietta degli italiani era possibile, quasi certa, senza quella toccata di troppo. Grandi tutti e due.

 
I pretendenti al titolo Hank e Turek si guardano a vista nelle qualifiche e si guardano così da vicino che partono entrambi indietro con tempi molto alti. Come dicevamo, Susan è quarto, buon Gusmeroli e Gallotta Alex che è però vittima di un assetto da ferro da stiro ed è un po’ più attardato. Ferrari ha grossi problemi e non sarà mai con il gruppo dei primi. Dilda fa presenza. Pochi giri per lui. Ottimo Grasselli in manche 1 che è terzo dietro ai due mostri sacri di cui sopra. Per Alex un quarto un terzo e un non partito (rottura del differenziale dopo 50 metri) che gli valgono la finale B. Per Gallotta Alessio, al debutto con la Alma Speed gemella qualche buon piazzamento e la finalina ma nessun acuto. C’è però tutto il tempo per migliorare. Sempre in pista il carroarmato Firenze, manca un poco di prestazione pura ma anche per lui era il debutto in un europeo.
 
Proprio in Divisione 3A, finale B Thorsten Wallukat e il suo proto verde sono inarrivabili.

Radio box dice che un italiano che correva fino a poco tempo fa con una 3A rossa motorizzata Honda è in trattativa per un proto simile al suo e non farebbe un cattivo affare…

Intanto Abraham, Gusmeroli e Alex Gallotta lottano strenuamente. Il Gusme va largo e passa lo squalo blu. Al quarto giro, all’ultima curva Abraham sbaglia l’uscita e coinvolge il lodigiano che scala di posizioni. E’ fuori dalla finale. Ci prova il proto motorizzato Honda per l’occasione in livrea blu-viola ma non gli bastano i giri. 

  Divisione 3A, finale A delle grandi occasioni con Turek e Hanak che si disputano il titolo. Consiglio di scaricare il filmato, le immagini valgono di più di molte parole. Alla partenza, primo Freischlad, poi Svoboda e Abraham. Su terreno rimangono subito Musil e Wallukat le cui vetture diventano una chicane alla curva 3 insieme a Turek che si ferma poco più in là su tre ruote. Europeo andato? Manco per sogno. Hanak  non andrà più in là della terza posizione e festeggerà mestamente sul podio un europeo sfiorato di un soffio. Superbotta di Ziegler, da vedere nel filmato, che va a 45 gradi sul muretto dell’ultima curva.

 
Gli italiani si smarriscono in Divisione 3 con i mostri da 4000 cc. Casalboni, Frank Gallotta, Casarin e Bizzotto e Immovilli rimangono staccati e non vanno neanche in finale B. Buona la prestazione di Franchini che con il suo bimotore Honda  arriva in finalina ma non oltre al settimo posto con una condotta di gara molto saggia. 

 

In Divisione 3, finale B Smrz è in pole. Bernd Stubbe è dotato di proto con telaio Fast and Speed modello vecchio  ma anche di un motore S2000 che va come un razzo. I 600 Kg di peso si vedono tutti e si invola verso la finale. Hinnenkamp battaglia intanto con Roman Kerka, poi  Hinnenkamp esce al tornantino con una sospensione con problemoni. In finale per l'appunto anche Kerka.

 

  Divisione 3, finale A

Come diceva Niki Lauda “Grosso Kasino”.

Succede un po’ di tutto con la squadra ceka che accerchia il tedesco Behringer che si gioca l’iride. Tra litiganti parte benissimo Frits Duizendstra, che si invola solitario al comando.

Proprio Mathias Behringer è secondo e per i primi giri è virtualmente campione. Terzo Bartos quanto Engel, poi Terry Callaghan.

Behringer  non è dotato fortuna quando ha un'esitazione e viene infilato da Bartos. Poi si gira e Bartos ringrazia due volte. Duizendstra rompe qualcosa (forse un semiasse) e si gira anche lui al tornantino, poi viene anche centrato dal sopraggiungente Stloukal.

Bella lotta Engel,  Bartos, Callaghan e Kerka. Behringer è dietro e non riesce a tornare nel gruppo dei fuggitivi. Poi sorpresona: Bartos perde una ruota (quella della foto qui sotto, i nostri potenti mezzi non hanno limite) e va fuori. Jaroslav Hosek da una mano al compagno di squadra e ostacola in tutti i modi il tedesco che non riesce a passare neanche con le cannonate.

Il mitico Callaghan corre come nei film americani con Tom Cruise e passa all'ultima curva, per la gioia dei sui meccanici che lo festeggeranno alla grande sotto il podio. Engel deve cedere. Behringer sesto, titolo a  Bartos.

Il turbo paraurti

Se li è fumati tutti. Forse qualcuno non lo sa ma una delle più belle vittorie dell'automobilismo italiano degli ultimi anni stava per essere resa vana da qualche strano personaggio che si aggira ingiustamente nell'ambiente dell'autocross e che, a ragion veduta, dovrebbe darsi all'uncinetto. Un paraurti (!), la cui immagine riporto qui a fianco, è il colpevole. Una volta tanto, la ragione ha avuto il sopravvento (dopo due ore). Chiaramente si vede la irregolarità e l'estremo vantaggio prestazionale che ne deriva. Come di può ben notare il paraurti è costruito con materiale magnetico tipo gli Animotosi della Kinder e questo dà un evidente vantaggio poiché si è spinti dagli avversari, basta partire davanti e il gioco è fatto. Grande idea! Non lasciatevi ingannare dai colori della Mitsu: non sono quelli di una nota marca di sigarette ma quelli dell'Ovetto Kinder. L'arbitro Moreno deve avere aperto una scuola tipo Cepu per tecnici dell'autocross. P.S. Non leggere ciò che è stato scritto sopra, lo ha messo sul sito qualche pirata informatico all' insaputa del gestore del sito stesso.

 
Qui le stupende foto di Ely
 
 

Divisione 1, finale B

Divisione 3A, finale B

Divisione 3, finale B

Kart cross, finale

       

Divisione 1, finale

Divisione 3A, finale

Divisione 3, finale

 
       
 Le camera car di www.autocrossmania.it
       

Batteria 3 Casalboni

Batteria 2 Casarin

Qualifica Casarin

Batteria 3 Busato

   Finale Busato      

 

 

 

 

  Classifiche
Kart cross Divisione 1 Divisione 3/A Divisione 3

 

 

 
PER LA CORRETTA VISUALIZZAZIONE DEL FILMATO E' NECESSARIO WINDOWS MEDIA PLAYER ver. 9